venerdì 12 luglio 2013

La scelta del partner: semplice casualità o scelta oculata?

Prima di parlare della scelta del partner bisognerebbe forse chiedersi perché si sceglie un partner.
È una domanda a cui non è facile dare una risposta. Molti potrebbero sostenere, soprattutto i single,
che loro un partner non lo scelgono perché non ne hanno mai avuto bisogno o non l'hanno mai trovato. Altri risponderanno che vi hanno rinunciato o che hanno scelto un interlocutore spirituale come per i sacerdoti cattolici. Si può comunque dire che vi è una tendenza generale che si basa su una serie di elementi complessi che condizionano questa scelta. Molti di coloro che sostengono di non aver mai sentito il bisogno di un partner possono non rendersi conto che in realtà non si tratta di una mancanza di bisogno ma piuttosto di una rinuncia condizionata.
Ho ragione di ritenere che i motivi principali, per legarsi a qualcuno, siano legati ad alcuni bisogni
fondamentali dell’uomo che si esprimono attraverso i suoi sistemi motivazionali, in particolare quello dell’attaccamento/accudimento e quello sessuale.
Il primo è legato alla ricerca di sicurezza e al bisogno complementare che ne deriva di provvedere all'accudimento delle persone molto deboli. Il secondo è legato alla conservazione della specie attraverso la funzione riproduttiva, finalità originaria dell’attività sessuale, anche se quest’ultima è diventata nell'uomo sempre più indipendente dalla funzione assegnatale, pur conservando un notevole valore nel mantenimento della relazione. Questa linea dettata qui sopra ha il sapore di una prospettiva, però, troppo biologica/evoluzionistica: manca il fattore emotivo/'psicologico che ha la sua notevole importanza.
La scelta del partner è anche una strana mescolanza tra mito familiare e/o ricerca del soddisfacimento di bisogni strettamente personali. Il prevalere dell'uno o dell'altro dipende non solo dalla forza relativa di ciascuno di essi, ma anche dal tipo di relazione esistente con la famiglia di origine. Quando prevale il mito familiare viene prestata più attenzione alle caratteristiche esteriori, al ruolo, alla posizione sociale, ai comportamenti del potenziale partner che devono essere corrispondenti alle aspettative presenti nel mandato familiare, sia implicite che esplicite. Le qualità affettive vengono ritenute conseguenti a queste caratteristiche. Nei casi in cui si verifica una ribellione più o meno cosciente al mandato familiare assistiamo alla scelta di partner con caratteristiche opposte a quello da esse previste. Ciò dovrebbe avere una doppia funzione:
una liberatoria rispetto ad una serie di vincoli affettivi e relazionali sentiti come limitanti per la libertà personale, anche se spesso le aspettative sul piano affettivo rimangono comunque insoddisfatte, e una seconda funzione punitiva nei confronti della famiglia. Si pensi ad esempio a quanto può accadere nella famiglia di un alcolista, che mostra nei momenti di ebbrezza comportamenti aggressivi e violenti, anche sul piano sessuale, nei confronti della partner con un figlio o una figlia spettatori di quanto accade: il contesto, il contenuto, le modalità di relazione verranno ad acquistare per essi un valore di “imprinting percettivo'' non solo in quanto partecipanti diretti all'iterazione, ma anche in quanto osservatori della relazione tra genitori. Si può immaginare benissimo cosa comporti questo meccanismo nella scelta futura di un partner secondo quanto detto fino a qui.
Si può ritenere che la scelta del partner sia espressione di un gioco estremamente sottile e sofisticato in cui
l’attenzione indotta dalla storia familiare e dall'ambiente esterno, diretta a cogliere specifici elementi di interesse nell'aspetto o nel comportamento di una particolare persona, si accompagna ad una disattenzione altrettanto selettiva per tutti gli elementi del suo carattere e del rapporto con essa che potrebbero rendere problematica la relazione o contrastare con il mandato familiare. Insomma quello che viene fuori e che il comportamento, gli affetti, le funzioni e i valori presenti e non presenti nei singoli componenti famiglia di origine determineranno in maniera decisiva la scelta futura del partner.
Facciamo un esempio esemplificativo: se in un mandato familiare la funzione attribuita a una figlia fosse unicamente quella di riuscire a trovare un uomo che soddisfi l’ aspirazione al prestigio sociale che la madre non e riuscita a raggiungere con il proprio matrimonio, il tentativo potrebbe andare a buon fine senza eccessiva difficoltà, con una varietà di opzioni potenziali abbastanza ampia. Se, però, si scoprisse con il tempo che quest'uomo le deve anche confermare la verità di un presupposto secondo il quale il destino delle donne è sempre di vedersi incomprese e maltrattate o poco protette, è chiaro che quella che poteva sembrare una scelta iniziale abbastanza generica acquista un carattere di maggiore selettività. Tanto più il mito familiare sarà forte e ricco e articolato maggiori saranno le possibilità che la scelta della figlia sul partner futuro seguano il mandato familiare.
Altro esempio è quello di una figlia che ha perso il padre in giovane età e vede la madre sempre in sofferenza perché non ha elaborato il lutto e altresì sente la mancanza di una persona che gli dia sicurezza e conforto come, giustamente, vuole sentire una bambina in tenera età e sceglie perciò di relazionarsi solo con uomini maturi e di una certa età per tamponare quella mancanza che per tanti anni ha patito. È consueto vedere dei genitori che più o meno pongono ai figli richieste compensatorie rispetto ai problemi che loro stessi non sono riusciti a risolvere o a relazioni rivelatesi deludenti. Ma non è sempre cosi: l'esperienza clinica sembra dirci che più le relazioni familiari sono prive di elementi conflittuali irrisolti(come il caso precedente della madre non soddisfatta del proprio matrimonio a livello sociale) tanto la scelta del partner è libera nel senso che i vincoli, le preclusioni, la necessità di legarsi ad un particolare tipo di partner sono molto meno pressanti. Quindi concludendo si può asserire che la scelta del partner è un lungo processo che viene condizionato da una serie di fattori psicologici e familiari, non tutti consapevoli e molto intricati. Naturalmente questa è solo una delle tante facce dell' argomento e non ha niente a che fare con la fase dell’innamoramento a cui, magari, mi dedicherò nei prossimi articoli. Se avete domande potete commentare l’articolo o scrivermi nell'apposito spazio delle domande che trovate a destra del blog
Vi auguro un buona giornata a presto.
Dott. Andrea Graziano

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